Odontoiatria e postura
La prima volta che sentii parlare di gnatologia e della stretta relazione che poteva esserci fra il mal di schiena e la masticazione sbagliata fu ad un corso di aggiornamento a Milano. Era il 1980, e mi ricordo ancora la faccia incredula e dubbiosa dei miei pazienti ai quali proponevo di mettere un “bite” per risolvere (o per lo meno migliorare) i loro problemi di schiena.
A distanza di quasi 40 anni sono cambiate molte cose: sono migliorati i materiali e i metodi, e inoltre si è scoperto che una masticazione sbagliata può essere la causa (o la concausa) di numerose altre patologie.
E’ così che oggi si riesce in molti casi a dare grande sollievo a pazienti con emicrania, dolori alle gambe, contratture dei muscoli cervicali, ronzii alle orecchie, vertigini, diminuzione della vista…
La metodica è sempre la stessa: si applica un apparecchio mobile (“bite”) che svincola le arcate dentarie dal contatto sbagliato, permettendo alla mandibola di riposizionarsi e alla muscolatura di decontrarsi. E’ incredibile quanti problemi possa generare una contrattura muscolare: il nostro corpo può compensarla variando la postura, ma talvolta questo comporta un’errata distribuzione dei pesi, con conseguenti sovraccarichi di altri parti del corpo (per esempio un ginocchio).
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Il “bite” in questi casi è un ottimo mezzo per far diagnosi: se i sintomi scompaiono o anche solo si attenuano è evidente che c’è un problema nell’occlusione. A questo punto è necessario valutare di caso in caso: qualche volta è sufficiente intervenire con un semplice “molaggio selettivo”, ma qualche volta è necessario riabilitare la masticazione con un grosso intervento protesico. Spesso i responsabili dello spostamento della masticazione sono i denti del giudizio: in questi casi è necessario estrarli quindi ristabilire la masticazione corretta ricorrendo, se necessario, a degli spostamenti ortodontici. Nei casi più difficili è indispensabile lavorare in tandem con un buon osteopata: man mano che la postura si modifica grazie al “bite” bisogna aiutare l’apparato scheletrico con manovre appropriate.
l’osteopata al lavoro
I vantaggi dell’uso del “bite” sono evidenti: la spesa è contenuta e comunque l’intervento è reversibile, nel senso che non si limano, non si estraggono e non si spostano denti. Se i vantaggi ottenuti dopo pochi mesi di cura saranno evidenti, il paziente (e il dentista) potranno decidere se e come procedere; in caso contrario si potrà sospendere tutto.
Questa nuova disciplina (che poi molto nuova non è) dovrebbe essere conosciuta anche dai non addetti ai lavori (cioè dai medici generici, dai neurologi, dagli ortopedici, dai fisiatri, dagli osteopati ecc) in modo da poter indirizzare dal dentista “posturologo” quei pazienti con dei problemi che potrebbero essere alleviati da una cura appropriata.
dr. Corrado Cavalca
Gnatologia e posturologia
La gnatologia è una branca piuttosto recente dell’Odontoiatria che studia la fisiologia, la patologia e le funzioni della mandibola e pertanto studia i rapporti tra i mascellari, i denti, le due articolazioni temporo-mandibolari, i muscoli che muovono i mascellari e il sistema nervoso che comanda quei muscoli, compresa la lingua.
E’ innegabile che quello dei disturbi posturo-occlusali sia un campo di studio complesso e relativamente recente e soltanto attraverso un approccio sinergico con altre discipline mediche (ortopedia, chiropratica, osteopatia, kinesiologia) l’odontoiatra sarà in grado di definire un nuovo approccio diagnostico e terapeutico, avvalendosi anche di apparecchiature tipo le pedane stabilometriche e gli elettromiografi.
Spesso un dente storto, un’otturazione alta o un ponte non perfetto causano uno spostamento minimo della mandibola: la muscolatura masticatoria comincia allora a contrarsi e le articolazioni temporo mandibolare (ATM) a lavorare male.
I primi sintomi possono essere i denti consumati, le gengive retratte, i muscoli del collo doloranti,mal di testa, strani rumori alle ATM, cefalee, problemi all’udito e all’equilibrio: spesso gli otorinolaringoiatri, dopo aver escluso qualunque causa pertinente, consigliano ai pazienti che si erano rivolti a loro di consultare un dentista che si occupi di gnatologia.
Spesso una concausa del serramento dei denti (e della loro conseguente usura) è da ricercarsi nello stress e nelle tensioni in cui vive l’uomo moderno (bruxismo)
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Se la malocclusione persiste si possono avere problemi posturali con mal di schiena, formicolii alle dita delle mani e sciatalgie.
E’ necessario allora ritrovare la corretta posizione della mandibola rimodellando i denti (o le otturazioni, o le capsule) che hanno dei “precontatti” fino ad ottenere un perfetto equilibrio.
Ovviamente se i denti non combaciano perfettamente perché sono disallineati o se mancano degli elementi dentari a causa di precedenti estrazioni, occorre prima riabilitare protesicamente o con apparecchiature di ortodonzia la masticazione.
A questo punto si può passare all’equilibratura: per fare questo è necessario applicare un “bite”, cioè una mascherina fatta su misura che fa dimenticare alla mandibola la posizione “abituale patologica” che assume: solo così sarà possibile trovare i precontatti ed eliminarli con una metodica molto precisa che si chiama “molaggio selettivo”.
il “bite”
Il “molaggio” (che di solito va fatto in 2/3 sedute e che si fa con il trapano) consiste nel rimodellamento dei denti per migliorare l’ingranaggio e per eliminare qualunque scivolamento della mandibola.
Il “danno biologico” fatto con questi piccoli ritocchi mirati è decisamente inferiore ai danni che una masticazione non perfettamente equilibrata può provocare nel tempo: se questo molaggio viene fatto correttamente i sintomi sopra descritti dovranno attenuarsi, qualche volta sparire.
A questo punto è consigliabile continuare a portare il bite almeno alla notte, inoltre sarebbe meglio fare un controllo ogni sei mesi in modo da mantenere un perfetto equilibrio fra la masticazione, la muscolatura masticatoria e le due ATM.
Dr. Corrado Cavalca
Il bite e lo sport
Le due funzioni principali del bite sono quella di permettere al dentista di trovare la giusta masticazione, e poi quella di evitare ulteriori danni alla gengiva e ai denti al paziente che li schiaccia troppo e/o che digrigna.
Ma anche come paradenti per gli sportivi è utilissimo: in caso di trauma i denti, anziché scontrarsi con i denti antagonisti, battono contro la resina semirigida del bite e non subiscono danni.
A parte questa funzione (che può essere svolta anche da quei bite che vendono in farmacia) c’è però un aspetto molto interessante.
Se il bite è bene equilibrato induce un rilassamento della muscolatura masticatoria, ma anche dei muscoli del collo e delle spalle: questo si traduce in una migliore efficienza muscolare.
Lo sportivo dunque si troverà a disposizione un 5% di forza in più che in una partita di tennis o in una discesa sulla neve… potrebbe fare la differenza!!
dr. Corrado Cavalca
Anche Valentino Rossi porta il bite