Sotto accusa l’odontoiatria commerciale low cost

Il tema delle cosiddette “cliniche” e dell’odontoiatria low cost (apparente), comincia fortunatamente ad avere visibilità mediatica e a dare la rilevanza a un problema che coinvolge tutti i cittadini. Dopo alcuni servizi usciti recentemente sulle testate nazionali televisive e sulla carta stampata, hanno trasmesso una puntata della nota trasmissione Report, che ha affrontato la questione.

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Il servizio, trasmesso da Rai3 ha preso le mosse dal sempre più difficile accesso alle cure odontoiatriche di crescenti fasce di popolazione e di come le sirene di una pubblicità aggressiva e border line con i canoni dell’etica, abbiano facile appiglio su molte famiglie italiane alle prese con i propri bilanci domestici.

Promesse che purtroppo vengono spesso disattese, quando i costi allettanti ed evidentemente ingannevoli esposti in manifesti e brochure subiscono brusche impennate con la contabilizzazione di tutto quanto non compreso nel prezzo di partenza e, talvolta, con interventi sovradimensionati rispetto alle effettive esigenze terapeutiche dei pazienti.

Un sistema che non soltanto colpisce i pazienti, ma anche i giovani odontoiatri che lavorano in queste strutture: essi devono accettare compensi irrisori che sviliscono professionalmente ed economicamente il loro operato, pertanto spesso rinunciano e se ne vanno.  Dunque, oltre alla mancanza di esperienza di questi dentisti, accade spesso che il paziente venga curato da  operatori diversi con evidenti disagi.

Nel servizio è stato anche evidenziato come la preponderanza commerciale su quella sanitaria sia confermata anche dalla titolarità di queste società, spesso riconducibili ad attività e capitali che nulla hanno a che vedere con la professione medica: da immobiliaristi a fantomatiche società di servizi!

Come già ribadito recentemente da Carlo Ghirlanda, Presidente dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani: “Il problema del costo delle prestazioni odontoiatriche è indiscutibile, ma non si speri di ritrovare la soluzione nelle strutture low cost, che tali sono solo di facciata e spesso creano bisogni di salute, né nei viaggi all’estero, poichè la maggior parte delle volte si traduce in recidiva e danni ulteriori per il paziente.”

“È evidente come queste strutture siano motivate dalla ricerca del profitto ad ogni costo e non alla salute del paziente-dichiara Raffaele Iandolo Presidente CAO – un vero e proprio ciclone che, dopo la Spagna, potrebbe abbattersi anche in Italia”.

Si apre il velo sul sistema delle catene

Ha cominciato la trasmissione di Rai3 Report, che nel servizio  ha affrontato il tema dei gruppi che gestiscono catene di cliniche odontoiatriche in Italia e in Europa, particolarmente in Spagna. A ruota l’ha seguito Striscia la notizia che nel programma di Canale5 ha denunciato, nel corso di due servizi, i gravi problemi patiti dai pazienti di Implantomat e di altre “cliniche low cost”.

ANDI accoglie con favore questa apertura dei media nazionali su un problema che in Spagna ha recentemente avuto la sua massima virulenza, con manifestazioni di piazza di centinaia di migliaia di pazienti truffati, ma che anche in Italia rischia di esplodere in tutta la sua gravità.

Sono sempre più numerosi i casi eclatanti, come quelli denunciati da Valerio Staffelli di “Striscia”, ma sono molto più ingenti i casi di terapie non necessarie eseguite su pazienti ignari che, non rendendosi conto del danno subito, non sono in grado di protestare. Generalmente si tratta di interventi implantari, ma anche semplici cure per problemi talvolta inesistenti.

https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/staffelli-e-gli-aggiornamenti-su-implantomat_42688.shtml

https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/dentista-da-paura-_42602.shtml

 

A fianco dei problemi causati alla salute dei pazienti, è altrettanto grave il danno ai professionisti vittime di una vera e propria concorrenza sleale, fatta di pubblicità ai limiti dell’inganno, se non oltre, di strutture la cui regolamentazione sfugge alle norme dei piccoli studi monoprofessionali, ma anche di collaborazioni professionali, all’interno delle cliniche, svilenti e sottopagate, spesso verso giovani odontoiatri che cercano di inserirsi nel mondo del lavoro.

Per arginare questi gravi problemi, ANDI continua ad esercitare tutte le pressioni possibili nelle sedi adeguate, plaudendo al conforto e al sostegno che la stampa può e deve dare per garantire un’informazione adeguata al cittadino.

http://www.odontoiatria33.it/approfondimenti/17154/necessario-rivedere-bersani-ed-applicare-la-legge-in-tema-di-societa-opi-scrive-al-presidente-del-consiglio-ai-ministeri-della-salute-dello-sviluppo-economico-ed-alla-cao.html

Turismo odontoiatrico
Nonostante giornali e riviste continuino a parlare del turismo odontoiatrico, la rischiosa pratica che porta pazienti italiani, attratti da tariffe apparentemente vantaggiose, a farsi curare all’estero intraprendendo questi veri e propri viaggi della speranza è sempre meno praticata.
I principali rischi che si hanno rivolgendosi all’estero per farsi realizzare protesi dentali o altre cure sono la qualità dei materiali utilizzati e la difficoltà di capire se questi sono certificati, il rispetto dei tempo clinici troppo affrettati (soprattutto per l’implantologia e la protesi), il rischio che i dentisti che vi curano non siano qualificati e la difficoltà di rivalersi verso la struttura che vi ha curato se il lavoro vi ha creato problemi. Infatti in caso di insuccesso, che comunque in odontoiatria si manifesta dopo alcuni anni dal termine della cura, i pazienti sono costretti ad intentare una causa estera, sempre che lo studio sia ancora in attività.
Inoltre poi ci sono i disagi oggettivi legati al viaggio e alla necessità di soggiornare per un certo periodo oltre confine. Disagi che poi si ripresenteranno in caso di controlli, di dolori e di problemi.

 

Turismo odontoiatrico

Molto spesso i pz. che ricorrono al turismo odontoiatrico risultano essere stati poco informati circa il tipo di intervento e le possibili complicanze, la documentazione post intervento risulta scarna o assente e al di là dell’appropriatezza dell’intervento svolto all’estero, la prestazione sanitaria resa nel paese terzo non garantisce al paziente la fruizione di servizi altrettanto fondamentali quali la prevenzione, l’assistenza post intervento di breve e lungo periodo e il controllo periodico dello stato di salute del cavo orale anche a prevenzione di patologie correlate (es. neoplasie del cavo orale).

Altro importante aspetto da considerare, riguarda l’assenza di tutela dal punto di vista medico-legale, un rischio di cui poco si conosce. Tutte le varie promozioni pubblicizzano la garanzia sulle prestazioni, e la restituzione di quanto versato, peccato che a ben guardare ciò rappresenti in pratica solo una chimera.  Per adire alle vie legali , il paziente dovrà incaricare un legale all’estero o direttamente o tramite un legale italiano, nel primo caso incontrerà problemi linguistici, dovrà poi valutare quali categorie di danno la legge dello stato estero risarcisce.  In alcuni Stati esteri l’assicurazione professionale non è obbligatoria e in ogni caso anche nell’ ottimistica ipotesi di pronuncia favorevole andranno considerate altre difficoltà per la fase esecutiva, ovvero il materiale recupero della somma. A conti fatti le spese saranno di gran lunga superiori a quanto alla fine versato per le cure rendendo di fatto il turismo odontoiatrico sopra descritto non praticabile.

http://www.dental-tribune.com/articles/news/italy/35642_lada_mette_in_guardia_dai_rischi_del_turismo_odontoiatrico.html?utm_campaign=DENTAL_TRIBUNE_DAILY_ITA&utm_medium=Newsletter&utm_source=WCMcloud.com&utm_content=

Non ultimo, esiste un rischio di tipo sanitario nel “turismo odontoiatrico”, in quanto ancora oggi in alcune aree dell’Europa Orientale si registra un alto numero di casi relativamente ad alcune infezioni quali tubercolosi , infezioni da HIV/AIDS, epatiti C e B e in particolare infezioni antibiotico resistenti, con il rischio di poterle diffondere anche nel paese d’origine.

Per quanto riguarda la qualità delle prestazioni erogate nell’Europa Orientale alcuni lavori scientifici eseguiti presso due Università in Svizzera e Germania mostrano senza alcun dubbio che la qualità delle terapie odontoiatriche eseguite è inferiore agli standard medi riconosciuti: il 39% dei trattamenti è considerato di qualità molto bassa al punto che viene fatta corrispondere a mutilazione della dentizione e che la percezione di qualità che ha il paziente non ha una corrispondenza nel trattamento odontoiatrico ricevuto.

L’unico parametro di riferimento utilizzato da questi pazienti è dunque solo il prezzo , in virtù del quale si fanno passare in secondo piano tutele che in Italia hanno richiesto anni per poter essere attuate. Mi riferisco per esempio al consenso informato, alle certificazioni per i manufatti protesici prodotte dai laboratori odontotecnici che ne garantiscono qualità e provenienza. Oppure si dà per scontato che tali tutele esistano anche in altri Paesi, dimenticando che questo specifico tipo di turismo utilizza la pubblicità in maniera massiccia per svilupparsi e la possibilità che spesso ci si possa trovare di fronte a pubblicità ingannevoli o messaggi illusori è molto più che probabile, considerando anche l’alta competitività del settore.

Se nonostante le affermazioni fino ad ora espresse si volesse comunque considerare contro ogni logica, la salute orale come un semplice scambio di merci o di prodotti, vale la pena ricordare quali sono i meccanismi che regolano il libero mercato descritti verso la fine del 1800 da John Ruskin.

Alessandro Serena presidente CAO Pordenone

 

Direttore Sanitario Dr. Corrado Cavalca| Laurea in Medicina e Chirurgia conseguita presso l'Università di Milano nel 1974| Specializzazione in Odontoiatria e Protesi Dentaria conseguita il primo luglio 1977 a Milano| Iscrizione all'Albo dei Medici Chirurghi di Genova dal 25/11/1977 al n. 8160 | Iscrizione all'Albo degli Odontoiatri dal 24/01/2005 al n. 1061

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